La kewltura nobilita lo spirito: la commedia teatrale di Clessidrus
Rock 22/06/2015 23:08 #0
Amici geodi, benvenuti nel Salotto Letterario dei /Cr/anci.
Se siete qui è perchè anche voi siete animati da un grande amore per la cultura e dalla volontà di divulgare opere meritevoli e troppo spesso sottovalutate. Ebbene, disquisiremo qui di Clessidrus, autore contemporaneo di commedia teatrale, amato dai più per il suo stile adorabilmente fresco e popolare, ma capace di scatenare riflessioni acute sulle grandi domande dell'uomo.
In nome di quell'interesse filologico che ci accomuna tutti, vogliamo sottoporvi il problema dell'opera clessidriana: al lavoro psicologico e umano di altissimo valore, infatti, è accompagnata purtroppo una prosa quantomai scadente, pur nelle sue ingenue note popolari. Consci che valori e proposte di tale statura non possono restare misconosciute, e facendo cara l'antica proposta purista del Bembo, vogliamo qui proporre una rivisitazione letteraria e stilistica delle opere più importanti del commediografo partenopeo.
Per questo i dirigenti del Salotto Letterario dei /Cr/anci chiedono soccorso a voi, anonimi minerali, perchè con l'erudizione che solo una coscienza collettiva può manifestare si possa donare la meritata dignità formale a opere di cotanto valore spirituale, etico e umano.
Eccovi un paio di proposte selezionate dal Salotto per la rivisitazione. Queste due commedie sono state scelte perchè massime espressioni del bagaglio culturale del Clessidrus e delle sue rivoluzionarie soluzioni.
De Vitae Sensu
"De Vitae Sensu" è una commedia che fa dell'ambiguità tra forma e contenuto la sua forza, offrendo un quadro realistico dei rapporti umani attraverso l'uso di tipi morali. E' evidente la forte ispirazione al teatro di Goldoni, nel superamento di macchiette vuote e prive di spessore. Ciononostante, l'autore opta qui, come poi in tutto il suo vastissimo lavoro, per un'ambientazione pastorale e idillica, quella Ponyville utopica da lui tanto agognata. Ma su questo sfondo apparentemente semplice si dipana l'epica vicenda dei due protagonisti, impegnati in uno scontro etico e spirituale che arriva ad indagare il senso stesso dell'esistenza.
Pensieri
"Pensieri" è invece un'opera matura, di ben diverso spessore. Anche questa scritta come copione teatrale, si presenta divisa in 3 atti, che fungono da prologo, novella interna alla vicenda ed epilogo. E' questo un lavoro assai lontano dai rimandi goldoniani di "De Vitae Sensu": si può anzi avvicinare al teatro di Pirandello nelle riflessioni sul valore dell'identità personale. Novello Foscolo, l'autore trae l'incipit della vicenda autobiografica dai Dolori del Giovane Werther di Goethe, e ci presenta un protagonista amareggiato dalle critiche incessanti e deluso da una patria spirituale che non riconosce più propria; di qui la scelta di utilizzare come comprimari per il dolore del protagonista gli amici più cari dell'autore stesso. Ma "Pensieri" non è certo una tragedia romantica: è anzi una commedia di redenzione, prima di tutto dell'Io. Il protagonista vive momenti travagliati e disperati, ma ecco che gli si presentano due forze benevole: il tenero ricordo delle opere passate e il sostegno delle figure amiche. Viene dunque brillantemente superata la sofferenza preromantica, che non trovava sbocchi nella disperazione dell'identità se non nella morte, con una soluzione razionale e contingente.
La commedia raggiunge così il suo epilogo nell'epistola finale, dai toni mistici ed ermetici, quasi gelosi della verità soggettiva così soffertamente raggiunta.
Ai posteri, l'ardua sentenza.